La Società dei Lungimiranti

Dirigibili.  Eh, già.Chi sono questi fantomatici Lungimiranti? Chi sono mai questi pazzi criminali, che seminano il panico nel Bel Paese d’altri tempi gettando secchiate di vetriolo, sparando a incauti innamorati e distribuendo soldi ai poveri? Bisogna chiederlo a F.T. Marinetti, gran khan del Futurismo, ben sapendo che, come da Donzauker, è quasi impossibile ottenere una risposta sensata. «Patriotismo Insetticida», qualunque cosa voglia dire il titolo (1939, con una T, nonostante quel chi dice l’apposito articolo di Uichipèdia (magari fa riferimento a un’altra edizione (a meno che quello in mio possesso non sia un esemplare unico (in effetti mi è stato donato da un misterioso vecchio con la barba bianca incontrato per caso in un vicolo e poi svanito misteriosamente (lui, non il vicolo (massì, dai, anche il vicolo)))))), metà romanzo, metà piéce teatrale, e metà (oh, beh) apologo politico, è appunto il demenziale resoconto della lotta di due magistrati – lo sferico Paranza e l’allampanato Urò – contro i folli Lungimiranti: assassini, ladri, avvelenatori, incendiari, accomunati più dai metodi cervellotici che da un qualsivoglia disegno. Prendiamo per esempio l’impavido Pugnante:

Pugnante: Sono dirigibilista e come tale ho il compito di separare a tempo gli adulteri prima del peccato

Paranza: Ho capito   Dirigibilista dell’amore Nobili propositi certamente

A parte il «sono dirigibilista e come tale», un capolavoro di nonsenso, comunque qui si parla di un tizio che si butta col paracadute per sorprendere e impallinare incaute coppiette: «Pensate Nel candore illusionistico d’un chiaro di luna piena colpire senza uccidere l’amante Semplicemente per dargli una lezione». L’unica reazione possibile è: «Eh?». Senza contare l’effetto psichedelico della prosa futurista del Nostro: un continuo ribaltamento di piani sensoriali, di immagini descritte utilizzando il gusto e l’olfatto («Un’aurora gastronomica – Cielo pomidorato – La villa del giudice Paranza è fortunatamente un cubo di dolce ricotta al fresco nelle vigne ben disposte» – bellissimo quel fortunatamente), oppure metafore surreali o visuali inverosimili (i cuori dei due amanti come polpi in amore, o un dialogo tra marito e moglie dal punto di vista dei loro gomiti); il tutto naturalmente senza uso alcuno di punteggiatura. Insomma, già solo il testo, a distanza di decenni, è ancora qualcosa di insolito, originale e rinfrescante – il che non si vede tutti i giorni e ci permette di soprassedere sulla trama (che non ha molto senso: Paranza si allea ai Lungimiranti dopo che la diabolica Condirina gli ha avvelenato l’odiata moglie; al processo fa in modo che tutti vengano assolti e poi fuggono in idrovolante per precipitare su un’isola di cannibali – mah) e di lasciare le domande sul senso di tutto ciò a chi ha voglia di farsele. In effetti è difficile capire cosa volesse dire il buon FTM con questo delirio: sembra di capire che la chiave di tutta questa faccenda stia in una specie di Doppia Morale, «che libererebbe il Bene dal piombo della logica e rimpolperebbe di un po’ di Male ogni atto buono purificando ogni atto cattivo mediante un setaccio di buone intenzioni» (eh?); in pratica le azioni non si giudicano in base alle leggi o ai dettami della società (giammai!), ma in base al fine che si propongono o a un qualche tipo di criterio estetico – come il prode Pugnante di cui sopra. E’ un discorso strano, in effetti, e del tutto estraneo, ormai, ai nostri schemi, ed è probabilmente ancora più difficile non metterci preconcetti, pregiudizi e tutto quanto. L’articolo linkato sopra parla di relativismo culturale, e probabilmente ci ha ragione (ecchè, non oseremmo mai contraddire Uichipèdia); e prima o poi sarebbe bello fare un discorso più articolato e complesso, citando magari le parole d’elogio di Gramsci per Marinetti, quelle di Marinetti per i Bolscevichi, quelle di Lenin per D’Annunzio e e quelle di George Lucas per Jar Jar Binks. Ma parlar di queste cose, come dicono a Livorno, è come toccar la merda con uno stèccolo. Per cui, cari fuffòfili, rimandiamo a tempi migliori, e, nell’attesa, teniamo d’occhio il cielo, chissà mai che passi un dirigibile.

P.S.: a proposito di dirigibili: Dieselpunk (lo sapevate che oltre lo steampunk c’è anche il dieselpunk? sapevàtelo).


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2 pensieri profondi su “La Società dei Lungimiranti

  1. dunque
    Primo: vi adoro

    Secondo:
    dal grande e contemporaneo Tofano

    Quando l’opulentissima città di Borgotrebèttole cadde in mano del re dei Tiraturaccioli, Uguccione della Stagnola, invincibile capitano, che per tre quarti aveva contribuito alla presa della città, si presentò al suo sovrano per chiedergli un po’ di licenza invernale.
    – Sire – gli disse – se non avete nulla in contrario, vorrei andarmene a casa per regolare qualche affaruccio.
    – Va pure – gli rispose il re. E Uguccione andò. A casa, una biondissima fanciulla, Doralice di messer Beolco Zabaglione, l’aspettava ricamando pantofole per far nozze con lui. Perciò Uguccione, comprato un pacchetto di caramelle da portare in dono alla bella, si mise baldanzoso in cammino.

    Da: Patriotismo Insetticida
    Siete la più deliziosa delle bionde e vi desidero certo vi amerò per causa del contenuto elettronico e della mobilità dei vostri elettroni

    Terzo
    ma anche quarto:
    secondo me è la stessa bionda

Basta commenti!