La giornata dello scrutatore

«Il miglior argomento contro la democrazia», diceva Winston Churchill, «è una discussione di cinque minuti con l’elettore medio». E’ anche vero che chiedere alla gente, di tanto in tanto, un’opinione su come vanno le cose è questione, prima che di etica o di politica, di educazione; si potrebbe discutere, poi, se abbia senso chiederlo a TUTTA la gente, ma qui ci addentriamo in un campo minato. Heinlein ha immaginato un mondo (in «Fanteria dello Spazio») in cui solo chi ha fatto il servizio militare ha diritto di voto (e può insegnare filosofia (in effetti, ora che ci penso, la mia prof di filosofia al liceo avrebbe potuto tranquillamente abbattere un paio di Navy Seals a schiaffoni)), e non si è più tolto di dosso la nomea del fascista; per cui soprassediamo. Avrete comunque capito, arrivati a questo punto, che non abbiamo intenzione di occuparci del pur pregevole romanzo di Calvino, di cui potete trovare interessanti commenti qui, qui e qui, commenti forse meno interessanti qui e cose che non c’entrano nulla qui; è piuttosto una riflessione sulle elezioni comunali recenti, in cui il vs. umile cronista ha avuto l’onore di servir lo Stato come scrutatore e ne ha ricavato alcune considerazioni si spera meritevoli di attenzione.
La prima è che poche cose come le elezioni danno l’idea della macchina dello Stato in movimento; una specie di enorme leviatano, o forse più prosaicamente un immenso tricheco che si osserva l’ombelico cercando di capire cosa fare nel pomeriggio.
Non solo: è anche un’occasione per vedere “la gente”, quest’entità misteriosa e sfuggente, composita e variegata, e scambiare parole e opinioni con persone che piuttosto che frequentare nella vita quotidiana ti staccheresti un braccio a morsi.
Il nostro presidente di seggio, per dire, era uno di quei bei milanesi doc, gente d’altri tempi, quando Milano era la capitale industriale d’Italia, una città viva, operosa ed accogliente. Ecco, non proprio. «Milano città accogliente» è uno di quei «fattoidi» che si citano spesso ma che nessuno si ferma mai a considerare seriamente; come «sì, però Giuliano Ferrara è una persona molto intelligente» o cose simili. Milano accogliente non lo è stata mai, o forse al massimo al tempo dei Romani: è una città grigia e deprimente, in cui l’unico metro di giudizio sono i soldi: si disprezza chi ne guadagna pochi, e si invidia chi ne guadagna molti – sempre ovviamente a prescindere dal come e dal perchè. Avete mai letto «la Vita Agra», di Bianciardi? Ecco, se siete milanesi fatelo; oltre a uno dei più begli incipit della letteratura italiana di sempre offre anche un’analisi spietata e assai divertente sulla milanesitudine, sui cantieri e sui dané. Comunque sia, il nostro presidente di seggio si è rivelato una miniera di aneddoti e informazioni utili, tra cui a) Pisapia negli anni ’70 rubava macchine, picchiava i bambini e trombava le suore a spregio; b) siamo tutti intercettati; c) i giovani d’oggi non han voglia di far niente e d) qui g’he pien de negher. Son bei momenti.
Ora, qui su Mazzate.com ci siamo sempre ben guardati dall’esprimere opinioni politiche o che in qualche modo abbiano attinenza con la realtà, per cui sorvoliamo sul valore delle affermazioni precedenti per concentrarci su un altro punto: alle undici di lunedì sera, otto ore dopo la chiusura del seggio, i conteggi delle schede sono tutti sballati e non c’è verso di farli quadrare, i manuali forniti dal Ministero sono chiari e comprensibili come il Manoscritto Voynich e i rappresentanti di lista stanno cominciando a schiumare; ecco, in questa situazione l’ultima cosa che il saggio presidente di seggio dovrebbe dire è «Massì, questi sessanta voti che non tornano, ne mettiamo metà a questa lista qui e metà a quella lista lì e andiamo a casa» – o, se lo dice, non deve stupirsi se i rappresentanti suddetti lo pigliano a sediate. Al che uno pensa: fai il presidente di seggio da trent’anni; fai queste cazzate con la massima nonchalanche; come te chissà quanti ce ne sono; e chissà quanti ce ne sono anche di peggiori; e pensi a tutti i seggi, a tutti gli scrutatori, a tutte le elezioni e ti chiedi quale peso abbia avuto sulla politica italiana degli ultimi cinquant’anni il Partito delle Schede Smistate a Ca**o. Mah.
Per fortuna ci sono i Difensori del Voto, che vegliano sulla regolarità delle operazioni coi superpoteri concessi loro dal nostro amato premier: noi ne avevamo un paio, un omino sul tipo Renzo Montagnani (ma senza i baffi e lo spessore morale) e un’informe signora piuttosto in là con gli anni che chissà perchè mi faceva venire in mente il Cenobita ciccione di Hellraiser. Invece gli altri partiti hanno, più prosaicamente, i rappresentanti di lista: spocchiosi fino alla morte quelli di una certa sinistra (almeno finchè uno non ha espresso simpatie per gli Einstuerzende Neubauten); per quello del cosiddetto Terzo Polo la descrizione più calzante era, invece, «spregevole»; e i due della Lega ci hanno finalmente confermato aldilà di ogni dubbio che c’è un solo motivo per cui la gente vota il partito di Bossi: il basso QI.
Alla fine siamo usciti dal seggio molto dopo mezzanotte. La Moratti aveva preso una bastonata epica, e con lei chi sperava di ottenere a Milano almeno 53000 preferenze; e l’inquietudine ci attanagliava. Chi vincerà? La capitale morale d’Italia diventerà un enorme gulag? Verremo invasi da orde di nomadi musulmani e busoni? I cosacchi verranno ad abbeverarsi alle acquasantiere del Duomo? E se sì, pagheranno l’ecopass cento euri? Vedremo introdotta la sharìa, l’aborto obbligatorio e l’LSD nell’acquedotto?
Oh, beh, nel caso c’è sempre Batman.


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12 pensieri profondi su “La giornata dello scrutatore

  1. Ogni volta che sento storie come queste mi chiedo stupito come si riesca ancora a tirare avanti con un carrozzone del genere.

    Comunque bel post, ogni tanto un discorso serio ci va… ma che non diventi un’abitudine! :)

  2. @Beppe: ci mancherebbe – abbiamo una reputazione da mantenere!

    @Anna & Cementino: Grazie! ma noi, prima di abbandonarci a codeste scomposte manifestazioni emotive, aspettiamo lunedì sera…

  3. grande r.
    ci stava tutto questo documento verità/denuncia su come quelli che hanno capito tutto del mondo gestiscono una cosa sacrosanta come le elezioni
    e comunque il lunedì sera è arrivato
    huhuhu ancora rido

  4. è vergognoso..ma non mi sorprende.
    un’altra preoccupazione, su spunto del Churcihill, galoppa impetuosamente nella mia mente.
    bisognerebbe, con lo stesso sistema dello zio Muco, trasvolare sulle cabine elettorali per constatare se l’elettore medio (incluse le vecchiette che hanno… come dire, la novità del giorno da compiere) ha afferrato esaurientemente e concettualmente l’importanza dei ‘si” nei prossimi referendum
    vdn

  5. @vdn: Ottima idea! Oppure assoldare una squadra di ninja invisibili che si nascondano nel buio della cabina per convincere gli elettori riottosi a compiere la scelta giusta (a suon di randellate)!

  6. per convincere le vecchiette basterebbe dir loro che i ‘si’ sono ‘unti dal Signore’
    vdn

  7. LSD!!!!!

    L!S!D! !!!!!!

    L.S.D. ! ! ! ! ! !!!!!

    Nel mio condotto!

    Nel mio aqquedotto!!!

    Dove devo mettere la ICs?

    Cs?

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