La nobile arte della Trapanazione del Cranio

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E che sarà mai? Il buon vecchio Zio Muco è qui per illuminarvi con la sua sapienza..

Sin dai tempi più remoti, l’umanità ha cercato di porre rimedio alle cefalee operando direttamente sulla scatola cranica. E’ giunto fino a noi un interessante resoconto di uno dei primi interventi in tal senso, risalente all’antica Grecia, dove sembra che le stesse divinità soffrissero di emicrania. Ovviamente il fatto che io le abbia chiamate divinità non vuol dire che creda a certe sciocche superstizioni, si trattava certamente di creature aliene dotate di facoltà paranormali estremamente sviluppate nonché di una aspettativa di vita eccezionalmente lunga. Per amore di comprensione però, mi presto qui a discuterne usando i nomi che vennero loro attribuiti da masse ignoranti e credulone. In breve, la cronaca a cui mi riferisco, narra come Zeus, che evidentemente non brillava per acume, per guarire dal mal di testa si rivolse a Efesto (il fabbro, capite? Uno ha il mal di testa e mica va dal dottore, no, va dal fabbro! Altro che alieni super-intelligenti, siamo stati invasi da degli idioti, ecco perché non si vedono più in giro). Il quale, Efesto voglio dire, sapendo fare una cosa sola, gli sferrò una martellata in testa. L’emicrania svanì all’istante (cura omeopatica suppongo), ma in compenso nacque Atena (voglio dire, sono alieni, alcuni si riproducono per gemmazione, spore o che so io, questi preferivano le martellate in testa). Ora, visto che di dei ce ne erano già un fottìo, è ovvio che la cura presentava degli effetti collaterali non trascurabili. Non è che ogni volta che uno soffre di cefalea, per farsela passare deve far spuntare una divinità, e che diamine! E non possiamo mica evitarlo, con tutte quelle spore che hanno inserito nei nostri cervelli. Così si passò a una cura più sottile: invece di tirare martellate, si apre un piccolo foro nella scatola cranica, troppo piccolo per farci passare un dio, al massimo esce qualche neurone, ma nella stragrande maggioranza dei casi non è che si noti la differenza, ecco. Nasce così la trapanazione del cranio, una tecnica che viene poi perfezionata dagli egiziani, tra cui diventa così di moda che tutti si facevano trapanare il cranio, emicrania o no. Questo, secondo alcuni storici, è il motivo per cui si ritraevano sempre di profilo, per non far vedere il foro (era considerato volgare mostrarlo a chiunque). Un’altra scuola di pensiero dice che invece questa storia della trapanazione serviva solo a mascherare il fatto che in realtà non si trattava di un foro, ma di un organo sensore simile a un terzo occhio, prova dell’origine aliena degli antichi Egizi (alieni diversi dalle sedicenti divinità greche comunque). In ogni caso, col passare del tempo le enormi virtù terapeutiche della trapanazione del cranio sono diventate sempre più evidenti. Non solo guarisce dalle cefalee, come già detto, ma apre nuovi canali di percezione che permettono di vedere cose che gli altri non vedono. Per cui, quando la vostra bambina sarà più grandicella, non fatele forare le orecchie, usanza barbara e priva di alcuna utilità, ma portatela a trapanare il cranio! Ve ne sarà grata.

P.S. Per amore di completezza, bisogna notare come l’usanza delle martellate sul cranio non sia del tutto estinta, anche se col tempo ha cambiato forma e scopo. Il collegamento con una qualche cosiddetta “divinità” è rimasto molto forte, infatti è tuttora applicata solo ai Papi della Chiesa Cattolica. Si tratta comunque di un dscorso lungo e complesso che riprenderemo in futuro in una sede più appropriata (tipo la Santa Sede).

scienze-trapanazione

Nell'immagine a fianco, si può ammirare un intervento di trapanazione del cranio eseguito secondo i dettami della scuola francese, cioè "a testa recisa". Per ridurre al minimo gli eventuali disagi dovuti a una troppo profonda trapanazione, eventualmente causa di una lobotomia involontaria, si preferisce operare dopo aver provveduto a staccare chirurgicamente la testa al paziente. Le operazioni condotte secondo questo metodo vantano un'enorme percentuale di successi, eliminando completamente non solo la cefalea, ma anche qualsiasi possibile ricaduta futura. Purtroppo tale tecnica è al momento considerata fuorilegge in quasi tutti i paesi cosiddetti "civilizzati", ma non dubito che in futuro, quando il mondo entrerà in uno nuova era illuminata, questa ingiustizia sarà eliminata e la scuola francese tornera a prendere il posto predominante che giustamente le spetta nell'ambito della nobile arte della trapanazione del cranio.


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10 pensieri profondi su “La nobile arte della Trapanazione del Cranio

  1. mi piacerebbe capire meglio l’ultima fase….cioè se la si esegue su una testa mozzata e tutto un cavolo che la si esegue no?

  2. La scuola francese aveva invece raggiunto un ottimo livello: l’operazione di trapanazione del cranio riusciva sempre perfettamente, l’unico trascurabile inconveniente era la morte del paziente, ma questi dettagli insignificanti non dovrebbero mai intralciare la via per la conoscenza. D’altronde, per quale motivo si dovrebbe privare un povero cadaverino dell’illuminazione e della cura contro il mal di testa?

  3. lo farei sui miei compagni e sulle professoresse di italiano,di tecnologia e di aritmetica!!!!!BUAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!

  4. Ho giusto mal di testa….trovo quacuno disposto a farmi la trapanazione sulle pagine gialle? – oppure devo rivolgermi a una ditta di trapani? – magari potrei provare da solo….

  5. no, puoi anche riuscirci con le pagine gialle della tua città, non serve andare in sicilia.

  6. Avete provato a leggere Omunculus? Parla proprio della trapanazione…

  7. DA quando ho letto quel manga mi è venuta voglia di provarlo… e non sto scherzando

  8. ahahah fighissimo “l’articolo”, complimenti! Comunque ci sarà qualcosa di vero alla fine? Lasciamo perdere i francesi (“ogni continente ha le scimmie,noi abbiamo i francesi” – Schopenhauer) e le loro tecniche, ma effettivamente pare che la trapanazione cranica permetta un maggiore flusso di sangue, si parla anche di possibilità di curare certe importanti mattie del cervello dovute all’età (v. Alzheimer) … bah!

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