L’Orrido Paperotto Tonto

Tanto tempo fa, nella gioiosa Palude del Colera Rampante nacque una vispa nidiata di paperotti carnivori. La raggiante mamma paperotta guardò subito con amore i beccucci irti di zanne dei suoi implumi figlioli e iniziò con slancio a dar loro i nomi più appropriati:
“Oh, guarda che amore di canini! Tu sarai Morso, non ci sono dubbi. E la tua cara sorellina qui, che guarda già il mondo con fiera cattiveria, si chiamerà Malvagia. E questa tenera palletta di piume, così affamata e rapace, sarà Fogna. E tu… tu sei proprio bruttino, niente da dire. vabbeh, non possono mica uscire tutti bene, magari sei simpatico. Penso che ti chiamerò Orrido, va bene?”
“Va bene un cazzo! Che Orrido e Orrido, non sono mica un paperotto io! Sono un cigno e da grande diventerò bellissimo! Capito?”
“Come no. Certo. Perché dalle uova di papera nascono cigni. Lo sanno tutti. Darwin sarebbe fiero di te. Altro che Orrido, tu da adesso ti chiami Tonto, così la gente capisce subito con chi ha a che fare. Un cigno, tsè. Che idiota.”
E fu così che Tonto crebbe deriso e schifato da tutti, convinto di essere un inutile cigno invece che un fiero paperotto, brutto magari, ma sempre un paperotto. Eppure egli non desisteva dalla sua insana idea e la sua povera mamma non sapeva più che fare: Tonto si rifiutava di imparare le basi della caccia dei paperotti carnivori (agguati alle pantegane, assalti in massa agli ippopotami e cose così) ed era costretto a cibarsi di alghe e pesciolini, crescendo smunto e magrolino, oltreché orrido. A tutti quelli che gli chiedevano perché non partecipasse alle battute di caccia ai dugonghi, Tonto rispondeva cortesemente:
“Fanculo i dugonghi! Io sono un cigno, capite? E i cigni non cacciano! I cigni veleggiano nobili e maestosi nei laghetti privati dei nobili che li rimpinzano di leccornie, in omaggio alla loro accecante beltade. Ecco.”
“Dì un po’ Tonto, te la sei fumata tu l’erba della nonna, vero? E tu preferiresti essere un inutile accattone dal collo deforme invece di un prode paperotto? Vabbeh, sei brutto come la fame, e allora? Hai zanne affilate e mandibole robuste, saresti un gran cacciatore se ti togliessi tutte queste cazzate di testa!”
Ma non ci fu niente da fare. Tonto, di nome e di fatto, rimase convinto di essere un cigno per tutta la sua misera esistenza, che si concluse tragicamente quando cadde nel reattore nucleare della Morte Nera. Non fate domande.

Morale:
Meglio orrido che tonto.


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3 pensieri profondi su “L’Orrido Paperotto Tonto

  1. FANCULO,anzi,FANCULISSIMO AI PAPEROTTI DI MERDA!!!! CHE VENGANO SBUDELLATI DA FLIPPY

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