Lezioni di disperanto

scienze-veritaocazzate“Il Disperanto è noto per essere la lingua più complessa del mondo. Una lingua incomprensibile per chiunque, l’unica lingua che ha solo eccezioni e nessuna regola. La necessità di inventare una lingua incomprensibile a tutti risultò evidente nella seconda metà del XIX secolo quando, di ritorno dalla guerra di Crimea, Wolfgang Von Vonvorvororoff (roff woff woff, non so, provate un po’ voi a pronunciarlo…) si accorse che in patria tutti parlavano la sua lingua. Un mondo in cui tutti parlavano con tutti era per lui, educato secondo rigidi principi aristocratici, inconcepibile, e l’idea che i suoi pensieri potessero essere compresi da chichessia inaccettabile. Sicuro che la quasi totalità della popolazione mondiale condividesse il suo pensiero (e non dandosi pena di consultare nessuno, in nessuna lingua, per esser sicuro) decise che qualcosa andava fatto, oltre a insultare i vicini in turco. Il primo pensiero fu di concepire una lingua che solo lui potesse comprendere di modo che qualsiasi cosa volesse dire, che non dovesse essere capita, potesse essere pensata essendo chiara solo a lui stesso, nella sua persona fisica e di fatto non compresa da ciascuno (insomma, voleva una lingua che capisse solo lui). Dopo alcuni mesi di riflessione però gli fu evidente che, se messo sotto tortura, avrebbe potuto tradurre i suoi pensieri nella lingua da lui concepita e che solo lui poteva comprendere, in una lingua comprensibile ad altri e questo avrebbe inficiato tutto il lavoro di non comprensione che aveva fatto lasciandolo nell’incombenza di inventare una nuova lingua ancora più incomprensibile. Fonti austere narrano che una sera d’inverno, mentre si trovava a Bruxelles in visita ad un amico commercialista, gli venne l’idea di costruire una lingua che fosse incomprensibile a tutti, compreso lui stesso. Iniziò quella sera stessa, pronunciando parole estratte a caso da dizionari, dalle sue memorie della Crimea o dal suo soggiorno a Imperia dell’estate precedente. Come risultato fu cacciato malamente dalla casa del commercialista pare dopo aver detto “Bønatsâ porcatsâ mădamblë” (che, dato che indossava una giacca di tweed, significava “La sua signora stasera ha proprio un bell’aspetto“). Eh si.
E così, quella sera stessa, nacque il Disperanto.”

[Da “Žippônió Maialë. Ovvero breve storia evocativa sull’invenzione del Disperanto” del Rev. Gotrocchio Svonkolo, Ed.Fu Manchu, 1952]

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Frasario Disperanto

Esempi, stralci e allocuzioni estratti dal Catalogo Generale Totale Globale Universale Von Vonvorvororoff della Lingua Disperanta (Vol. MCXIV, quarta edizione):

La frase italiana “Oggi è una bella giornata” si può tradurre “Eesţĭ im pallâ mörödeŕ walla walla” in alcune circostanze piuttosto comuni (in una giornata dispari, di sole, per chi possiede un orologio da polso Bulova e si trovi a Cesano Boscone).

Struttura grammaticale:

eesţĭ: usato per indicare che hai intenzione di pronunciare una frase di senso compiuto (al contrario di “ôste” che viene usata per indicare l’intenzione di pronunciare una frase senza senso) se l’interlocutore è boemo. Nel caso l’interlocutore provenga da un paese che inizia per B (es. Belgio) ma non la Boemia si usa la variazione in u- (uestĭ), altrimenti è possibile usare la variante kl’pitsch (tranne nel caso l’interlocutore parli esperanto o sia un oggetto inanimato, nel qual caso bisogna produrre un suono basso e gorgogliante prima di sbattere la porta con violenza).

im: termine che indica un periodo di tempo variabile tra 10 secondi e 4000 anni collocabile in un epoca tra il mesozoico e domani pomeriggio. Nel caso stia piovendo il termine viene usato per indicare il baracchino delle castagne che si trova in piazzale Loreto e da qualche tempo ha alzato i prezzi. Per i commercialisti si usa sostituire il termine con la locuzione “püsgamìnìs gniko gniko”.

pallâ: Nei giorni dispari e per i possessori di orologi da polso Bulova costituisce il verbo corrispondente all’italiano “essere”, o “spedire per posta prioritaria” o “percuotere con ramoscelli di biancospino”. Altrimenti è possibile usare il termine “turio/a/ozzo” per indicare rispettivamente sicurezza dell’essere, vaga perplessità sulle possibilità dell’esistenza, serafico disprezzo nei confronti dell’ontologia moldava. E vorrei ben vedere.

mörödeŕ: Se rivolto a chiunque tranne che Giorgio Moroder significa “giornata” altrimenti, nell’improbabile caso che stiate dicendo “oggi è una bella giornata” in Disperanto a Giorgio Moroder, e consigliabile l’utilizzo della locuzione “Enœ vabżdzius Mogol” che può significare anche “zuppa di porri” se un haitiano ha appena attraversato la strada sulle striscie.

walla walla: si usa per indicare bellezza, piacere o orrido disgusto al limite dell’insanità mentale a Cesano Boscone (che, per una strana coincidenza, in Disperanto può significare “e questo me lo chiama un risotto? Voglio parlare con il direttore immediatamente! Altrimenti spacco tutto! Lei non sa chi sono io!”) e in tutte le località montane che contengano nel nome le due lettere sc (tipo Madonna di Scompiglio, chiaro, no?). Altrimenti può significare “olio per motori”, “elucubrare” o “gamberetto” a seconda del numero di sillabe contenute nella parola conclusiva della frase che precede. Per tutte le altre località si può usare alternativamente “quivăssa/jâ/vileăssa” a seconda del colore dei capelli, orientamento religioso e gusti in fatto di dolci della cugina di primo grado dell’interlocutore (in assenza di cugini si usa il più comune “kakaǿsmǿr”).

Controesempio: “Oggi è una bella giornata” si traduce con “Uestĭ püsgamìnìs gniko gniko turiozzo enœ vabżdzius Mogol quivăssa” se rivolta a Giorgio Moroder da un commercialista belga (la cui cugina di secondo grado sia ortodossa, bionda e amante della Sacher Torte) senza orologio da polso, che disprezza l’ontologia moldava e si trovi in una località montana il cui nome non contenga “sc” (quale ad esempio Madonna di ‘Mpiglio).

Osservazione:
Vale la pena di notare che “Eesţĭ im pallâ mörödeŕ walla walla” se pronunciato il 12 del mese da un prete ortodosso con l’intenzione di mangiare una zuppa per cena significa “Spostati panzone che non riesco a raggiungere i gamberetti”.

Portiamo ad esempio, inoltre, l’incipit dell’Iliade in Disperanto, se narrata da Omero stesso ad una festa di addio al celibato in Tracia (cosa effettivamente successa, si veda ad esempio Esioppo “Vita di Omero dalla sua fondazione al tracollo della borsa del ’29“): “Ļamplůmilla ög achillë åmbarabà kircħner Soufflè”.
Già il mercoledì successivo però, in caso di brutto tempo, sarebbe diventata: “Breôst weordünge wyrŝan wig Soufflè”.

Considerazioni sul Disperanto di alcuni eruditi presi a caso:

“Sono ammaliato quanto affascinato. Qualsiasi cosa possa essere detta vuole dire qualcosa in Disperanto. Ma temo che perlopiù si tratti di cazzate.”
(J. L. Borges alla lettura di apertura del congresso “El desperanto es muy bonito y jo soy un caballero col panzon muy guapo!“, Madrid, 1912)

“Non sottovalutate il potere di una lingua. Col Disperanto si può dire qualsiasi cosa, in qualsiasi modo. Ad esempio il testo integrale di “I am the walrus“, di Lennon, McCartney, se pronunciato da un allevatore di spigole umbro con l’otite è un’invocazione satanica, dalla prima all’ultima parola. E questo i quattro ragazzi di Liverpool lo sapevano bene.”
(Abramo Lincoln a sua moglie)

“E infine, dopo la cacciata dall’Eden, e il crollo della Torre di Babele l’umanità fu definitivamente e irrevocabilmente divisa dall’invenzione degli orologi da polso ad opera dell’ingegner Bulova e dalla formulazione della lingua disperanta ad opera del Von Vonvorvororoff. Ma la volontà dell’Altissimo di creare una specie che non capisca un cazzo di niente e nessuno si è infine definitivamente realizzata solo con l’avvento di Windows Vista.”
(N. Chomsky – “Lingue, credenze, software e cazzate varie all’alba del 31 agosto“)

“Il sospetto si allontana a bordo di una Ford blu del ’47.” (T.J.Hooker nel quattordicesimo episodio della terza stagione dal titolo “Il disperanto assassino“). In disperanto la frase “Il sospetto si allontana a bordo di una Ford blu del ’47.”, se pronunciata da un’allevatrice di opossum di Malta nella domenica delle Palme significa: “Godo nel dire cose che nessuno capisce.”

 

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Bibliografia essenziale

T. Cook – “Disperanto da viaggio – Eccezioni alle eccezioni” Come usare correttamente la lingua disperanta e tutte le eccezioni che riguardano località nel caso ci si trovi in viaggio.

F. Nietszche – “Disperanto Storico – Desuetudine e ricorrenza” Tutte le espressioni in disperanto che per una contingenza di eccezioni non hanno significato alcuno da secoli o verranno ad avere significato solo in un futuro remoto.

C. Babbage – “Macchine per pronunciare il Disperanto” Come costruire in casa una macchina idraulica automatica in grado di pronunciare tutti i fonemi più raccapriccianti. Allegato il manuale per correttamente interpetare il loro significato.

Chucky la Bambola Assassina – “Disperanto for dummies“. Tutte le frasi e le espressioni per rivolgersi correttamente a dei pupazzi. In sei volumi rilegati in pelle di opossum.

Eulero – “Manuale di conversazione disperanta ad uso delle giovini di belle speranze appartenenti alla Nobiltà Viennese” Come parlare in disperanto e fare bella figura in società senza averlo effettivamente imparato. Raccolta di frasi senza traduzione e possibili reazioni degli interlocutori con suggerimenti su come proseguire la conversazione. In omaggio “Domande generiche in Disperanto”.

K. Popper – “Falso Disperanto” Come falsificare qualsiasi affermazione con una semplice frase in disperanto.

J. Hillman – “Puer disperantum” Il disperanto dei fanciulli insegnato agli adulti.

 

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10 pensieri profondi su “Lezioni di disperanto

  1. Vediamo se ho capito bene: “Eesti dexia tavataan myös isännöidä op Kalkutta tutkimušryhmien”. Non avendo fatto la guerra moldava del 1862 e non avendo un orologio Bulova, non dovrei aver insultato nessuno, giusto? Ma aspetta, domani è lunedì! Acc… lo sapevo che mi sfuggiva qualcosa. “Tukninën!”

  2. «Urkmeini Collaposta Hello wustar und kititioini Osvaldo wundebarr?» significa «andiamo a farci una birra tutti quanti?», purché lo dica un programmatore fumettista di stanza a Venezia. XD

  3. Azzarola, interessantissima questa lingua! Solo un paio di cose non mi sono chiare: – – è ergativa? Non noto distinzione di caso tra i soggetti, ma data la esiguità degli esempi potrebbe essere per scarsità degli elementi a mia disposizione – – potreste trascrivere dal punto di vista morfologico almeno una parte delle parole usate? Non riesco a comprendere se questa lingua sia agglutinante, flessiva o polisintetica (sono però quasi del tutto sicuro che non sia isolante) – – non ho compreso in che modo venga espressa la diatesi, potreste aiutarmi? – Grazie! – – (Per chi si chiedesse se son pazzo: ho appena preso 26 in un esame di linguistica generale e devo bullarmene :D)

  4. Vi ne citis unikan aŭtentikan skribaĵon pri Disperanto. – – Serĉu “Karl Kraus disperanto” kaj eble, se vi ne estas tro minchione vi trovos ĝin. – – Kojonulo (pranepo de Karl K.)

  5. Cxi tiu retejo ankaux ne havis kraktraron kodon kiu permesus uzon de akcentosignitaj literoj sen sin helpi per cxi tiuj ridindaj “x”! – Honton!!! (Ankaux ne alinei… oni povas; estas ABSURDA!) – Vidu supre se oni sukcesas legi tion kiun mi skribis (unikan seriozajxon de cxi tiu stulta rettaglibro)! – Vi min devigas repeti cxion: – – “Vi ne citis unikan auxtentikan skribajxon pri Disperanto. – Sercxu “Karl Kraus disperanto” kaj eble, se vi ne estas tro minkhione, vi trovos gxin. – – Kojonulo, – (pranepo de K. Kraus)

  6. ôste!!!!! I gÆr kwer walla walla Gaetano Berruto på “enœ vabżdzius porcatsâ!??!?!?
    Uesti Cofollo bim lekakulor i sjò. Sigur Ròs turio walla walla Tåget i Hoppipolla!!! Svef’n’Englar si uesti melitta peschtiiiiina.

    Ahahaha sembra la lingua dei Sims!

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