La Vita e l’Arte di Florence Foster Jenkins

Che cos’è l’arte? Che cos’è la bellezza? Che cos’è il talento? Ah, le Grandi Domande della Vita. Una volta, due terzi della Squadra Cazzate ebbero una furibonda discussione su questo argomento, o più precisamente sull’esistenza o meno di criteri oggettivi per definire una qualsiasi cosa: “opera d’arte”. Una questione, ne converrete, su cui si sono rotti la testa filosofi eccelsi e menti sopraffine, figuratevi dunque a quali conclusioni potevano pervenire due terzi della S.C. (nessuna). E per giunta in birreria. James Joyce ha scritto da qualche parte che la, diciamo, falsa arte, l’arte così così, “suscita” le emozioni, smuove la paura o l’odio o l’amore, è didattica (questo l’ho trovato su appunti che avevo preso da non so più quale libro, credo, di Joseph Campbell, non so se avete presente, quello degli Jedi) ed esplicativa. La vera arte è invece statica: di fronte alla Vera Arte, di fronte a Bach, alla Gioconda, ai Dead Can Dance, tutto si ferma, e si resta in un incantato stupore, una specie di estasi mistica. Prendete per esempio William Shatner:


(a questo punto non posso esimermi dal citare anche il signor Spock, Leonard Nimoy: questa canzone, “La Ballata di Bilbo Baggins” fa parte, come la precedente, di “Spaced Out: The Very Best of Leonard Nimoy and William Shatner”, un album che ho fatto ascoltare molto tempo fa ad un amico, il quale ancor oggi mi ringrazia:


chiusa parentesi). Dicevamo. Di fronte a simili traguardi dell’ego umano, si resta dunque paralizzati, senza fiato, finchè una domanda si fa strada nella nostra mente ancora stordita: “Ma perchè?”. È arte, questa? E allora, la Merda d’Artista? Il tizio che tagliava le tele? Il Coro degli Urlatori Finlandesi? Il monumento a Pertini a Milano? Si, se Pertini fosse stato un faraone. E qui si potrebbe aprire tutto un discorso sul talento, sui metodi per giudicarlo, se sia più nobile affidarsi a quello che dice la gente o fidarsi solo del proprio giudizio artistico, ma preferisco chiudere citando Florence Foster-Jenkins, un soprano statunitense dei primi del ‘900 che ebbe una carriera trentennale nonostante, o forse proprio per, la sua totale mancanza di qualsiasi forma di abilità canora. Che dire? Lei ebbe una vita intensa e felice, e, ci dice Uichipedia, “…tutto indica che Florence Foster Jenkins morì con lo stesso felice e fiducioso senso di appagamento che pervase la sua intera vita artistica. “. Meditate, gente, meditate.



***Florence Foster Jenkins: The Glory (????) of the Human Voice

***Spaced Out: The Very Best of Leonard Nimoy and William Shatner


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