Hallelujah, Anyway!

In un remoto angolo della nostra sconfinata Biblioteca, un sottoscala polveroso e dimenticato, tra la sezione “Animali che da lontano appaiono piccoli come mosche” e i libri dedicati all’alopecia, si trova la nutrita schiera di quelli che John Blanche definiva “Illuminations”: libri, spesso di grande o insolito formato, in cui le illustrazioni prevalgono sul testo; niente fumetti o graphic novels, ma cataloghi, pinacoteche, gallerie d’arte, enciclopedie di paesi inesistenti, manoscritti miniati e libri d’ore, ovviamente in tono con i gusti dell’Accademia. Prediletto tra questi è “Hallelujah, anyway”, di Patrick Woodroffe, classe 1940, prolifico autore inglese (vedere qui, qui e qui) che dai tempi del progressive più fricchettone ci delizia con mirabili dipinti e curiose incisioni, strani collages e minuziosi diorami. Il libro, per la verità, ha anche una cospicua parte di testo, perlopiù versi, in inglese barocco o in latino, che, ci duole dirlo, ci siamo sempre ben guardati dal leggere; ma, se come si suol dire un’immagine val più di mille parole, questo piccolo tesoro ha ancora moltissime storie da raccontarci.

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2 pensieri profondi su “Hallelujah, Anyway!

  1. … che piomba sulla preda ignara col suo grido “porcoddìììììììììì…” 😉

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