Disambiguaz. Se state cercando il Casanova storico, si chiamava Giacomo e quindi siete del tutto fuori strada. Se state cercano Antonio Casanova, tristo personaggio che da anni ammorba le tivvù del belpaese con imbarazzanti trucchi illusionistici e che a quanto sembra sta scrivendo una trilogia fantasy o qualcosa del genere, beh, ci occupiamo di fuffa, ok, ma c’è un limite a tutto.
Se non avete mai cercato Casanova Frankenstein, cercatelo, e poi verrete a ringraziarci.
Avete presente la Psicostoria? Secondo Wikipedia è «una scienza immaginaria, presente nei libri del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov, in grado di prevedere l’evoluzione della società umana». Ora, se chiedete all’uomo della strada chi ne sia l’inventore, vi risponderà senza indugio – (forse non proprio senza indugio, ma vabbè) «Hari Seldon». In effetti è una nozione talmente entrata ormai nell’immaginario collettivo, che quasi ci spiace dirvi che ahimè non è vero. C’è un precedente che risale nientemeno che due secoli fa – ed è pure italiano. Come il gelato, la pizza, il falso in bilancio e la mafia, anche la scienza matematica della previsione del futuro è un’invenzione italiana. Così ci dice, almeno, A. Ghislanzoni, autore, nel 1884 o giù di lì, di questo Abrakadabra, novella dell’Avvenire.
In un paesino del centro Italia arriva un vetusto scienziato, dall’aspetto stregonesco e inquietante. Siamo nel 1860 e l’Italia, come tutto il resto d’Europa, è scossa da tremende lotte politiche (e non solo). Si parla di autodeterminazione dei popoli, di magnifiche sorti e progressive; la scienza e l’etica sembrano destinate a portare una nuova era di prosperità e sviluppo. Secondo alcuni. Secondo altri, siamo alle soglie di una catastrofe biblica: crollo degli antichi valori, ateismo e relativismo, sacrifici umani, gatti e cani che vivono insieme. Intanto il luminare si dedica da decenni all’elaborazione di un sistema astrusissimo di equazioni e teoremi capaci, in pratica, di prevedere il futuro. Proprio come la Psicostoria di Hari Seldon, solo che si chiama Abrakadabra (nome, ne converrete, assai scientifico.). Comunque sia, lo scienziato acconsente a dimostrare la sua invenzione ai paesani, e per far ciò estrapola dalle nebbie del futuro, bell’e pronta e scientificamente determinata, con dialoghi e tutto, la storia di Secondo Albani, della Macchina della Pioggia Artifiziale, e delle scellerate imprese di Antonio Casanova, equilibrista.
Non staremo a raccontarvela per filo e per segno; nè a descrivervi le maraviglie della Milano futuristica del 1982 (i cui abitanti, però, ci sembra di notare, sono i soliti baùscia di sempre): vi possiamo assicurare però che questo libretto è una miniera di trovate una più folle dell’altra, una girandola di minchiate d’epoca come raramente se ne vedono, ed è un vero peccato che sia stato totalmente dimenticato. Comunque sia, il nostro signor Albani torna a Milano dopo cinque anni di esilio (ha commesso un reato, una bazzecola: parricidio) per a) presentare la sua mirabolante invenzione, la macchina di cui sopra, e b) sposare la bella Fidelia, figlia del Questore. Alla fanciulla ha già regalato una casa che farebbe invidia a Salvador Dalì: in un salone immenso, per dire, galleggia, sospesa nel nulla, una stanzetta a forma di nuvola, e in un altra sala c’è un tappeto che «… imita perfettamente le onde tremolanti di un lago. È un tappeto di mercurio bianco imprigionato in una tela di vetro elastico. Voi sentite il mercurio agitarsi sotto il vostro piede, e la illusione di passeggiare sulle acque è tanto verosimile, che quasi vi meravigliate di poterne uscire a piede asciutto».
Ma come da copione qualcuno trama nell’ombra, per sottrargli il meritato trionfo e l’amor della donzella: Antonio Casanova, della setta degli Equilibristi. Si chiamano così perchè, nella turbolenta scena politica dell’epoca, si mantengono sempre in equilibrio tra conservatori e progressisti, tra laici e clericali, tra legge e crimine, cercando sempre e solo il proprio interesse. Tipo Mastella. Gli Equilibristi sono una setta ricca e potente, i cui membri, infiltrati in ogni organizzazione e governo, sono fanatici e inarrestabili. E il signor Casanova, è il classico supercattivo alla James Bond: dal suo dirigibile invisibile, il 2427, parcheggiato sopra Piazza Duomo, s’ingegna in ogni modo per
«… portare il male nelle famiglie oneste, nelle classi più stimate e, a suo vedere, più felici. Sopratutto egli si compiaceva di truffare gli uomini altolocati, i funzionarî del Governo, i primati dell’intelligenza. Tutto ciò che era talento, illustrazione, rappresentanza di moralità e d’ordine pubblico, per lui, anima di Caino, era oggetto di odio e di persecuzione. […] Nelle città più importanti della Unione e d’altre parti del mondo, il Casanova poteva impiegare al servizio de’ propri disegni una camorra potente. Rubava, e divideva co’ suoi correligionarii il quinto dei redditi. Il resto spendeva in gozzoviglie, ovvero in procacciarsi nuovi mezzi a compiere le sue imprese temerarie.»
Come Mastella, appunto. E i mezzi non gli mancano: al suo servizio ha schiere di ipnotisti – ed è egli stesso mesmerista di prim’ordine (*), contro cui nulla possono gli ipnotizzatori della polizia, che, con i loro megafoni di ottone proiettano la loro volontà sui malfattori, addormentandoli o costringendoli a confessare. Non solo: grazie ai marchingegni di «un giovane napolitano, certo Anselmo Furlay, abilissimo metamorfo,» è in grado di mutare d’aspetto a tal punto che persino l’ingenua Fidelia lo scambia per il futuro marito. Così il diabolico Casanova si getta dal suo dirigibile, e, «aperto l’ombrello di salvezza», scende su Milano come una sinistra Mary Poppins, pronto a seminare il caos.
Ci sarebbe da raccontarla tutta, la storia, ma ahinoi lo spazio è tiranno come Saddam Hussein: vi basti dunque sapere che la vita del povero Albani viene sconvolta oltre ogni dire: perde la donna che ama, perde le sue invenzioni, la fama e la ricchezza, e solo un monaco errante, che già gli fu vicino nell’esilio, riesce a portare un barlume di speranza, rivelandogli l’esistenza di un figlio di cui fino ad allora non sapeva nulla. Ma il bimbo è in pericolo: rapito dal nano Càrdano, è stato condotto nella sua fortezza sulle Alpi, dove il folle scienziato (Càrdano, il nano) conduce da tempo terribili esperimenti sui bambini. Già. Così si organizza una spedizione per porre fine a questo scempio, e quando la folla inferocita ha accerchiato il palazzo con torce e forconi, arriva lo scienziato Deladromo (che fino a quel momento non avevamo mai sentito nominare) che rivolge ai presenti un discorso il cui incipit andrebbe scolpito nella pietra:
«Mentecatti, buffoni e bricconi della razza superiore, alla quale non mi son mai gloriato di appartenere, ascoltate bene ciò che sta per dirvi chi non vi ha mai ingannati. Questa mattina, alle ore sette antimeridiane precise, il pianeta Osiride ha cominciato la sua corsa di precipitazione verso il nostro globo. Questa corsa periodica, che suole effettuarsi ad ogni scadenza di diecimila anni, si compie inevitabilmente nello spazio di quindici giorni. La qual cosa significa, badate bene, o mamalucchi, che allo spirare di quindici giorni, tutta la superficie del nostro globo sarà sconvolta e rinnovata dalle acque»
Ehm. Applausi.
Ci fermiamo qui, anche se di cose da raccontare ce ne sarebbero, soprattutto sull’Europa Unita in cui la storia è ambientata, sugli assurdi usi e costumi e marchingegni e bizzarrie e colpi di scena e sedie liquide e case gonfiabili e Napoli capitale e uomini alati e cembali magnetici e binocoli a vapore e lingue cosmiche e letti verticali e spie di questura e locomotive volanti che balzano addosso al lettore a ogni pagina. Questo libro è un gioiellino, ed è scaricabile gratis et amore dei da Liber Liber. Fatelo.
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(*) Possiede, anzi «...una stecca da bigliardo di sua invenzione, nel cui legno perforato scorreva un zampillo di mercurio iniettato in una vena capillare di nervi umani. Quel tubo era un inalterabile conduttore della volontà. Il Casanova, lanciando la sua biglia, non aveva che a prescriverle il corso nella sua mente, perché quella obbedisse al suo volere come un corpo intelligente. La palla descriveva sul verde tappeto delle curve, dei circoli inverosimili. La colla, il salto degli uomini, la carambola, nessuna difficoltà di giuoco imbarazzava quell’avorio prudente e sicuro.» Altro che Terminus Est.
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Siete inpagabili! Esiste anche un’edizione a stampa, sostiene anobii: http://www.anobii.com/books/Abrakadabra_Storia_dellavvenire_1925/9788848801638/01bb7616a3b4391042/
Graz della segnalaz! E’ pubblicata dalla Lampi di Stampa, un’editrice print on demand. Ma noi ce lo siamo letti sul nostro mai troppo lodato Libro Elettrico e siam contenti lo stesso! Ah, la tecnologia! 😉
Ciau!
http://www.lampidistampa.it/index.php?p=catalogo&id=160
Mi accorgo sempre più che questo sito è fonte inesauribile di saggezza!