«Spigolature»

  • In silenzio, con aria dignitosa, gli accennai di allontanarsi, ma lui continuò a venire verso di me, gracchiando:
    «Eccomi, signore, eccomi. Sono un po’ zoppo. Non ho più la sveltezza di un tempo. Venga con me, signore, venga con me.»
    «Via di qui, vecchio miserabile», dissi.
    «Non son potuto arrivare prima, signore. Mia moglie l’ha vista solo un momento fa. S’accomodi, s’accomodi, signore.»
    «Via di qui. Mi lasci in pace, prima che io scavalchi il muro e la trucidi.»
    Parve meravigliato.
    «Come? Non vuol vedere le tombe?»
    «No. Non voglio vedere le tombe. Voglio restarmene qui, appoggiato contro questo vecchio muro sgretolato. Sono traboccante di pensieri nobili ed elevati e voglio rimanere così, in uno stato di dolce beatitudine. […] Vada, e cerchi qualcuno che la seppellisca a buon mercato: sono pronto a pagare metà delle spese.»
  • Quando Silvestri trovava sul luogo del delitto il nemico numero uno della vittima coperto del sangue del defunto e con il suo portafogli in tasca dava per scontato che si trattasse di una falsa pista.
  • Al suono delle campane passeri e fringuelli venivano liberati da migliaia di gabbie di vimini nelle tre principali piazze della città. Come palpitanti nuvole ocra, gli uccelli vorticavano sopra di noi, cinguettando smarriti. Venivano importati ogni giorno, un milione alla volta, dagli impianti genetici della costa, dove erano prodotti in quantità industriali. Non essendo nativi di questa parte di Orbul Infanta, sarebbero sopravvissuti solo poche ore, nel deserto infuocato. Avevo sentito dire che nelle pianure attorno ad Ezropolis si sprofondava fino alle caviglie fra piccole ossa e piume luminose. Tuttavia, erano pur sempre il simbolo della partenza e dell’inizio delle imprese, e per questo venivano mandati a morte certa, a milioni, ogni giorno. C’è una terribile ironia in tutto questo, che spesso ho pensato di portare all’attenzione degli Ecclesiarchi.
  • «Per il tuo male non c’è altro rimedio che la quiete. Te lo dico io che ho sofferto come te. Se torni in Italia, avrai per sempre la nostalgia del Brasile: io lo so, che l’ho provata. Per le inquietudini dello spirito ci vuole la foresta vergine: affòndati in essa; imparerai dai Pellirosse che i soli uomini onesti, puri e civili sono i selvaggi. Se ami davvero la civiltà, non tornare in Europa.»
  • Non vi è traccia nel libretto di Boisseau di un episodio, che forse lo avrebbe rincuorato, avvenuto verso il 203 a.C. in una regione della Cina del nord, quando, come raccontano le cronache del periodo della dinastia Han, gli abitanti di due villaggi ai piedi della catena del Qinling Shan cominciarono inspiegabilmente a correre, tutti insieme, giovani e vecchi, donne e bambini, e con loro una marea scomposta di animali domestici, cani, polli, maiali, capre, tutti in direzione dell’est, sollevando un festoso polverone, che fu visto librarsi in cielo a più di trenta chilometri di distanza.
  • Ma lasciamo che risolvano la questione
    I REVISORI
    DELLE
    MIE BRAGHE
    che ho chiamato a consulto a questo proposito.
  • Obscured faces file our points
    – numbers fed to the machine
    still we stand in line for the next show
    the human spine liquefied
    what are we, but stupefied
    dancers to a discordant system

    We believe – so we’re misled
    we assume – so we’re played
    we confide – so we’re deceived
    we trust – so we’re betrayed

(Citazioni tratte da: J.K. Jerome, Tre Uomini in Barca; K. Newman, Dracula Cha Cha Cha; D. Abnett: Eisenhorn – Malleus (traduzione nostra); V. Brocchi, Sul Caval della Morte Amor Cavalca; P. Albani, Il Sosia Laterale; L. Sterne, Vita & Opinioni di Tristram Shandy Gentiluomo (volume VIII, capitolo trentaduesimo); Meshuggah, Dancers to a Discordant System – dall’album obZen.)


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