Kaprawoulf: CAP XVIII

k-kaprawoulfaprawoulf si svegliò dopo un breve sonnellino.
TAT-TAT-TAT
Stufo dello stallo stagnante stabilitosi sulla statica situazione si alzò ed uscì da dietro il tavolo.
“Allora?”
TAT
Un fagiolo lo colpì sulla fronte.
Kaprawoulf guardò il fagiolo, poi guardò il pinguino che lo aveva sparato.
“Allora?” ripetè.
Il pinguino guardò perplesso la cerbottana che aveva da poco preso il posto della fionda, poi lesto ricaricò e sparò nuovamente.
TAT
Il secondo fagiolo cadde a terra poco distante dal primo.
“Adesso vengo lì e la facciamo finita.”
Kaprawoulf si mosse verso il volatile i quale, resosi subitaneamente conto del pericolo, si involò a tutta velocità.
“Squeak!”
“Squeak un paio di palle. Se ti agguanto ti faccio arrosto.”
Kaprawoulf si lanciò all’inseguimento del pinguino seguito a ruota dalla compagnia intera (e forse anche seguito a compagnia da una ruota intera, le cronache non sono precise al riguardo).
Segue breve descrizione di quel che restava di Tapinambur dopo il passaggio delle feroci armate del Gorgonzuela:
Tapinambur era ridotta a schifio.
Segue breve descrizione dei tortuosi giri che Kaprawoulf e soci intrapresero tra e rovine della città all’inseguimento dell’implume pennuto incapace di volare:
Kaprawoulf e soci corsero dietro al pinguino per un po’.
Segue definizione della parola catarsi:
Catarsi (dal greco katharsis κἁθαρσις, “purificazione”) è un termine utilizzato per indicare la cerimonia di purificazione che si ritrova in diverse concezioni religiose ed in rituali magici che prescrivevano di solito il sacrificio di un capro espiatorio.

“Billo! Billo! Billissimo! Ne voglio ancora!”
“Ma Piccola Zufola, abbiamo appena raso al suolo un paese, cos’altro desideri per il tuo compleanno?”
Piccola Zufola saltava garrula e allegra tra le macerie di Tapinambur contemplando soddisfatta il suo regalo di compleanno.
Segue breve descrizione di Piccola Zufola:
Piccola Zufola era piccola. E zufola.
Proprio mentre la giovin pulzella stava per esprimere il suo ennesimo desiderio madre e figlia furono investite dalla corsa di un pinguino. Il volatile cadde rovinosamente a terra mostrando, se possibile, ancor meno grazia di quella esibita nel correre. Piccola Zufola e sua madre finirono a terra anch’esse. E sopra di loro precipitarono, nella foga del pinguino inseguimento Kaprawoulf, Flaffenberg, Erinnarinnirahannarica e compagnia danzante.
Non nel senso degli altri membri della compagnia, che pur non essendo danzanti stavano correndo e quindi erano in egual misura affaticati.
Segue un detto popolare di profonda saggezza:
Tanto va la gotta al lardo che ci lascia lo zampone.

“Preso!”
“Squek!”
Kaprawoulf agguantò il pinguino ed immediatamente nella sua testa risuonarono delle parole misteriose:
“La tua mente, nella mia mente. I tuoi pensieri, nei miei pensieri. Il tuo apino, contro il mio apino.”
ZUONK! (Suono di Kaprawoulf che cade in un profondo stato di trance mistico-cosmica).
Erinnarinnirahannarica si issò a sedere mentre la compagnia si rialzava (a parte lo sgabello che più su di tanto non può alzarsi) e mentre Fanfulla Seconda, regina del Gorgonzuela si sincerava del fatto che sua figlia fosse tutta intera. Lo era.
“Ehi! Tu sei il capo di mia sorella!” urlò Erinnarinnirahannarica puntando il dito verso la regina.
“Chi?”
“Tu!”
“Io cosa?”
“Sei il capo di mia sorella. Mi pareva di averlo appena detto.”
“E io ho chiesto chi?”
“Mammina.” si intromise Piccola Zufola.
“Ed io ho risposto tu! Ma ci senti?”
“Mammina.”
“Io lo so chi sono io. La domanda ‘Chi?’ era riferita a tua sorella. E per tua informazione ci sento benissimo, piccola idiota.”
“Mammina! Ho detto ‘mammina’, ma ci senti, cazzo?”
“Non adesso Piccola Zufola non vedi che la mamma è impegnata con una mentecatta?”
“Io lo so chi è mia sorella, che credi? Siamo cresciute insieme, la conosco meglio di te. Ed idiota sarà tua sorella.”
“Che c’entra mia sorella con tua sorella adesso?”
“Ah-ha! Vedi che ho ragione?”
“Su cos…”
Un lampo di illuminazione colse Fanfulla Seconda di Gorgonzuela. Solo un’altra volta nella vita aveva visto tanta idiozia concentrata in una persona sola.
“Tua sorella è Lombillarillamarillanina, l’ancella scema!”
“Lo so! Che credi? Che non sappia chi è mia sorella?”
La regina si rivolse raggiante verso la figlia.
“Allora Piccola Zufola, che ne dici, mettiamo anche lei a morire lentamente nelle segrete così il cerchio si chiude, eh?”
“Fa come vuoi mammina. Non mi interessa più. Io voglio quello!”
La pizzola Gufola, la zippola cutola… ehm… la Piccola Zufola stava indicando il platano che cominciava a sentirsi imbarazzato sotto gli occhi di tutti.
“Moi?” pensò l’albero.
“Porqua?”

Kaprawoulf si svegliò dopo un breve sonnellino.
TAT-TAT-TAT
Stufo dello stallo stagnante stabilitosi sulla statica situazione, Kaprawoulf si alzò ed uscì da dietro il

tavolo.
“Allora?”
TAT
Un fagiolo lo colpì sulla fronte.
Kapreawoulf guardò il fagiolo, poi guardò il pinguino che lo aveva sparato.
“Allora?” ripetè.
Il pinguino guardò perplesso la cerbottana che aveva da poco preso il posto della fionda, poi lesto ricaricò e

sparò nuovamente.
TAT
Il secondo fagiolo cadde a terra poco distante dal primo.
“Adesso vengo lì e la facciamo finita.”
Kaprawoulf si mosse verso il volateile i quale, resosi subitaneamente conto del pericolo, si involò a tutta

velocità.
“Squeak!”
“Squeak un paio di palle. Se ti agguanto ti faccio arrosto.”
Kaprawoulf si lanciò all’inseguimento del pinguino seguito a ruota dalla compagnia intera (e forse anche seguito

a compagnia da una ruota intera, le cronache non sono precise al riguardo).
Segue breve descrizione di quel che restava di Tapinambur dopo il passaggio delle feroci armate del Gorgonzuela:
Tapinambur era ridotta a schifio.
Segue breve descrizione dei tortuosi giri che Kaprawoulf e soci intrapresero tra e rovine della città

all’inseguimento dell’implume pennuto incapace di volare:
Kaprawoulf e soci corsero dietro al pinguino per un po’.
Segue definizione della parola catarsi:
Catarsi (dal greco katharsis κἁθαρσις, “purificazione”) è un termine utilizzato per indicare la cerimonia di

purificazione che si ritrova in diverse concezioni religiose ed in rituali magici che prescrivevano di solito il

sacrificio di un capro espiatorio.

“Billo! Billo! Billissimo! Ne voglio ancora!”
“Ma piccola Zufola, abbiamo appena raso al suolo un paese, cos’altro desideri per il tuo compleanno?”
Piccola Zufola saltava garrula e allegra tra le macerie di Tapinambur contemplando soddisfatta il suo regalo di

compleanno.
Segue breve descrizione di Piccola Zufola:
Piccola Zufola era piccola. E zufola.
Proprio mentre la giovin pulzella stava per esprimere il suo ennesimo desiderio madre e figlia furono investite

dalla corsa di un pinguino. Il volatile cadde rovinosamente a terra mostrando, se possibile, ancor meno grazia

di quella esibita nel correre. Piccola zufola e sua madre finirono a terra anch’esse. E sopra di loro

precipitarono, nella foga del pinguino inseguimento Kaprawoulf, Flaffenberg, Erinnarinnirahannarica e compagnia

danzante.
Non nel senso degli altri membri della compagnia, che pur non essendo danzanti stavano correndo e quindi erano

in egual misura affaticati.
Segue un detto popolare di profonda saggezza:
Tanto va la gotta al lardo che ci lascia lo zampone.

“Preso!”
Kaprawoulf agguantò il pinguino ed immediatamente nella sua testa risuonarono delle parole misteriose:
“La tua mente, nella mia mente. I tuoi pensieri, nei miei pensieri. Il tuo apino, contro il mio apino.”
ZUONK! (Suono di Kaprawoulf che cade in un profondo stato di trance mistico-cosmica).
Erinnarinnirahannarica si issò a sedere mentre la compagnia si rialzava (a parte lo sgabello che più su di tanto

non può alzarsi) e mentre Fanfulla Seconda, regina del Gorgonzuela si sincerava del fatto che sua figlia fosse

tutta intera. Lo era.
“Ehi! Tu sei il capo di mia sorella!” urlò Erinnarinnirahannarica puntando il dito verso la regina.
“Chi?”
“Tu!”
“Io cosa?”
“Sei il capo di mia sorella. Mi pareva di averlo appena detto.”
“E io ho chiesto chi?”
“Mammina.” si intromise Piccola Zufola.
“Ed io ho risposto tu! Ma ci senti?”
“Mammina.”
“Io lo so chi sono io. La domanda ‘Chi?’ era riferita a tua sorella. E per tua informazione ci sento benissimo,

piccola idiota.”
“Mammina! Ho detto ‘mammina’, ma ci senti, cazzo?”
“Non adesso Piccola ZUfola non vedi che la mamma è impegnata con una mentecatta?”
“Io lo so chi è mia sorella, che credi? Siamo cresciute insieme, la conosco meglio di te. Ed idiota sarà tua

sorella.”
“Che c’entra mia sorella con tua sorella adesso?”
“Ah-ha! Vedi che ho ragione.”
“Su cos…”
Un lampo di illuminazione colse Fanfulla Seconda di Gorgonzuela. Solo un’altra volta nella vita aveva visto

tanta idiozia concentrata in una persona sola.
“Tua sorella è Lombillarillamarillanina, l’ancella scema!”
“Lo so! Che credi? Che non sappia chi è mia sorella?”
La regina si rivolse raggiante verso la figlia.
“Allora Piccola Zufola, che ne dici, mettiamo anche lei a morire lentamente nelle segrete così il cerchio si

chiude, eh?”
“Fa come vuoi mammina. Non mi interessa più. Io voglio quello!”
La pizzola Gufola, la zippola cutola… ehm… la Piccola Zufola stava indicando il platano che cominciava a

sentirsi imbarazzato sotto gli occhi di tutti.
“Moi?” pensò.
“Porqua?”


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