Kaprawoulf: CAP V

f-kaprawoulflaffenberg interloquì “Ecco, ci siamo persi.” dalle spalle di Kaprawoulf dopo un silenzio durato quasi dieci secondi.
“Lo hai detto già pochi secondi fa!” replicò stizzito kaprawoulf.
“Questo non cambia la natura dei fatti. Ci siamo persi! Perdinci, Kapra non arriveremo mai alla Terra del Freddo Lontana e Inospitale se ti ostini a non voler comprare una mappa e a non chiedere informazioni ai passanti. Vero sgabello?”
“Vero! Smarriti ci siamo e incontro a morte sicura stiamo andando. Che posto lugubre è mai questo? E ho anche un pochino fame.”
“Brrr” sottolineò Flaffenberg.
“Lugubre invero, questo villaggio mi da i brividi, che facce losche. Che luogo ignobile è mai questo? Orsù Kaprawoulf, chiediamo informazioni a quella vecchia e leviamoci dal ca… ehm proseguiamo per la nostra strada” Puntualizzò Flaffenberg indicando una vecchia donna ricurva su un barile.
Preso coraggio Kaprawoulf le si accostò: “Ehm… domando scusa…”
“Kaprawoulf?” la vecchia lo guardava sbalordita.
“Mamma?”
“Che cazzo ci fai qui, razza di mentecatto? A quest’ora non dovresti essere nella Terra del Freddo Lontana e Inospitale?”
“Mamma, che ci fai fuori dal barile?”
“Sto cambiando la salamoia. Non cercare di cambiare discorso, pezzo di decerebrato, non ti avevo detto di levarti dai coglioni? Che ci fai ancora qui razza di testa di palta?”
“Ci siamo persi mamma, ma abbiamo vissuto tante avventure emozionanti.”
“Davvero?”
“No.”
“E allora levati dal piloro, misero aborto di tubero. Toh, eccoti gli spiccioli per l’autobus, se ti sbrighi magari riesci a prendere l’ultimo torpedone per l ’Umido Fanghiglioso Territorio da qualche parte al Nord, poi da lì la Terra del Freddo Lontana e Inospitale dovrebbe essere vicina… credo… o forse no. Ma in fondo che cazzo me ne frega, purchè ti levi dalle palle.”
“…”
La vecchia tornò a rimestare nel suo barile con espressione assorta ancorchè intenta.
“… mamma?”
“Cosa?”
“Niente… allora io andrei…”
Mentre si allontanava verso la fermata del bus, Kaprawoulf potè udire sua madre che diceva “Che minchione smidollato… e pensare che io volevo una femmina… ah, ma se rinasco gliela faccio vedere io…”
Qui nella storia si innesta una parte estremamente noiosa, in cui Kaprawoulf e i suoi baldi compari prendono la corriera, vengono assaliti da un commando di ninja assassini al soldo del borioso Alonso, boss della mala dell’Umido Fanghiglioso Territorio da qualche parte al Nord, con i quali ingaggiano un combattimento all’ultimo sangue salvandosi per il rotto della cuffia gettandosi nel canyon alle foci del Rio Pancho, vengono prelevati dagli alieni poco dopo essere riemersi dalle limacciose acque del rio, cenano con Zulumbard, sovrano indiscusso del pianeta Opottopo per poi essere venduti come schiavi al sovrintendente delle miniere di guano della terza luna di Opottopo, scappando nottetempo camuffati da vecchie credenze Luigi XV e nascondendosi nella stiva di carico di un cargo portafanghiglia diretto all’Umido Fanghiglioso Territorio da qualche parte al Nord e arrivando a Buganville, capitale dell’Umido Fanghiglioso Territorio da qualche parte al Nord, dove Alonso la fa da padronso ormai da un po’ di tempo, giusto in tempo per l’inaugurazione della mostra “Opere lutulente nell’arte contemporanea – Una retrospettiva su Teodoro Fanghigliani e il suo periodo di melma”.
E qui una zingara fa una profezia che suona come qualcosa tipo “morirete tutti”, ma con un accenno di “dannazione eterna su voi e la vostra progenie” e forse anche un pizzico di “e non dite che non vi avevo avvertito”.
Ma nessuno la sta ascoltando!
“Kaprawoulf, caro.”
“Dimmi Flaffenberg.”
“Senti Kaprawoulf, amico mio, non per farmi i cazzi tuoi, ma siamo al quinto capitolo della tua saga e in pratica non è ancora successa una sega. Scusa lo scurrile bisticcio verbale.”
“Al quinto? Ma va? A me sembra come se fosse solo il terzo… ma pensa. C’avrai anche ragione, ma che dovrei fare? Prendere quel kalashnikov dimenticato in un angolo e abbandonarmi ad atti di violenza inconsulta sulle folle inermi?”
“…”
“Perché mi guardi così?”
“Niente.”
“No! Non lo farò!”
“E dai.”
“Ho detto no!”
“Non lo dirò a nessuno.”
“Uhmmm.”
“Dai. Dai. Sarà divertente!”
E fu così che Kaprawoulf uccise Alonso, che stava sopraggiungendo proprio in quel momento, a colpi di kalashnikov e si attirò le ire della mala dell’Umido Fanghiglioso Territorio da qualche parte al Nord.
Mentre correva inseguito da una squadriglia di assassini ninja Kaprawoulf pensava “Sarà divertente un cazzo, io volevo le fronde ricoperte di rugiada e invece finisco sempre a scappare portandomi in spalla st’idiota di Flaffenberg e questo platano del cazzo che mi domando come mi è venuto in mente di portarmelo dietro.” Flaffenberg invece pensava “Corri imbecille che se no va a finire come al solito. Ah, ma se usciamo vivi da qui sto platano lo faccio a fettine che qua dietro si sta davvero stretti.”
Lo sgabello invece pensava “Aspettatemi stronzi che ho le gambe corte.”


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